Le mani dell’Osteopata e le “carezze esperte” della madre
Il massaggio infantile e l'osteopatia
L'osteopata si avvale fondamentalmente, nell'esercizio della sua professione, dell'uso delle mani.
Sono esse, infatti, il tramite insostituibile per riportare "in equilibrio" il soggetto a lui affidato: egli usa le sue mani per sentire, percepire e poi attivare le forze di autoguarigione intrinseche in ogni essere umano, in maniera ancora più sensibile nel bambino.
Il bambino può essere in grado di risolvere le proprie difficoltà attingendo alle sue stesse risorse, senza la somministrazione di sostanze esterne, grazie alla grande energia di cui è dotato e che gli permette di riassestarsi semplicemente attraverso stimolazioni delicate e non invasive.
Nel massaggio cinese, nello specifico il Tuina Pediatrico, avviene lo stesso, e così anche nel massaggio infantile indiano chiamato Shantala.
Sia lo Shantala, sia il Tuina Pediatrico, sia il Massaggio Infantile portato in Occidente da Vimala McClure, offrono la possibilità di trasformare i naturali gesti di una madre verso il proprio bambino in "carezze esperte", in uno strumento amorevole capace di migliorare la circolazione del sangue e dell'energia del piccolo.
Quell'energia che in osteopatia è conosciuta come fluttuazione del liquor, e che noi percepiamo attraverso il MRP (Movimento Respiratorio Primario).
Una perfetta collaborazione tra trattamento osteopatico e massaggio infantile (praticato fin dai tempi antichi e in tutte le culture del mondo dalle madri verso i loro piccoli) può risultare estremamente importante per consolidare tutte quelle strutture — organi interni, canali energetici e sistema immunitario — sia per evitare che il bambino si ammali in età pediatrica, sia per rafforzare la sua costituzione.
L'importanza della "Presenza" nell'ascolto terapeutico
In qualche modo anche l'approccio osteopatico soddisfa la necessità di "Presenza", motore catalizzatore del collegamento tra l'elemento fisico, spirituale ed emotivo.
Sono più che mai convinta che l'osteopatia vada intesa non come modalità terapeutica "puramente meccanica", bensì come trattamento che implica un'osmosi totale e un'armonia delle varie parti del corpo con le profondità dell'ascolto.
Mi viene in mente, con un piccolo volo pindarico, l'ideogramma usato nella scrittura cinese per "ascoltare", che contiene 5 elementi:
-
Orecchio, naturalmente
-
Occhio, per "vedere"
-
Tu, l'alterità che ci sta davanti, che non è il nostro specchio né ciò che vorremmo l'altro fosse, ma è davvero "un altro"
-
Totale attenzione
-
Cuore, perché come insegna "Il piccolo principe", si vede (e si sente) bene solo col cuore
"Ascoltare" è l'insieme di questi diversi componenti.
E tutto questo deve essere sempre presente (unitarietà) per "ascoltare" bene l'altro: quella "Presenza" unitaria imprescindibile nell'atto terapeutico.
Ed è proprio in un libro di catene fasciali che ho letto:
"Ciò che porta alla guarigione risiede nella nostra capacità di ascoltare e di percepire, più che nell'applicazione della tecnica."
(T. Myers, Anatomy Trains)
Le mani dell’Osteopata e le “carezze esperte” della madre
Indice
Il massaggio infantile e l'osteopatia
L'osteopata si avvale fondamentalmente, nell'esercizio della sua professione, dell'uso delle mani.
Sono esse, infatti, il tramite insostituibile per riportare "in equilibrio" il soggetto a lui affidato: egli usa le sue mani per sentire, percepire e poi attivare le forze di autoguarigione intrinseche in ogni essere umano, in maniera ancora più sensibile nel bambino.
Il bambino può essere in grado di risolvere le proprie difficoltà attingendo alle sue stesse risorse, senza la somministrazione di sostanze esterne, grazie alla grande energia di cui è dotato e che gli permette di riassestarsi semplicemente attraverso stimolazioni delicate e non invasive.
Nel massaggio cinese, nello specifico il Tuina Pediatrico, avviene lo stesso, e così anche nel massaggio infantile indiano chiamato Shantala.
Sia lo Shantala, sia il Tuina Pediatrico, sia il Massaggio Infantile portato in Occidente da Vimala McClure, offrono la possibilità di trasformare i naturali gesti di una madre verso il proprio bambino in "carezze esperte", in uno strumento amorevole capace di migliorare la circolazione del sangue e dell'energia del piccolo.
Quell'energia che in osteopatia è conosciuta come fluttuazione del liquor, e che noi percepiamo attraverso il MRP (Movimento Respiratorio Primario).
Una perfetta collaborazione tra trattamento osteopatico e massaggio infantile (praticato fin dai tempi antichi e in tutte le culture del mondo dalle madri verso i loro piccoli) può risultare estremamente importante per consolidare tutte quelle strutture — organi interni, canali energetici e sistema immunitario — sia per evitare che il bambino si ammali in età pediatrica, sia per rafforzare la sua costituzione.
L'importanza della "Presenza" nell'ascolto terapeutico
In qualche modo anche l'approccio osteopatico soddisfa la necessità di "Presenza", motore catalizzatore del collegamento tra l'elemento fisico, spirituale ed emotivo.
Sono più che mai convinta che l'osteopatia vada intesa non come modalità terapeutica "puramente meccanica", bensì come trattamento che implica un'osmosi totale e un'armonia delle varie parti del corpo con le profondità dell'ascolto.
Mi viene in mente, con un piccolo volo pindarico, l'ideogramma usato nella scrittura cinese per "ascoltare", che contiene 5 elementi:
-
Orecchio, naturalmente
-
Occhio, per "vedere"
-
Tu, l'alterità che ci sta davanti, che non è il nostro specchio né ciò che vorremmo l'altro fosse, ma è davvero "un altro"
-
Totale attenzione
-
Cuore, perché come insegna "Il piccolo principe", si vede (e si sente) bene solo col cuore
"Ascoltare" è l'insieme di questi diversi componenti.
E tutto questo deve essere sempre presente (unitarietà) per "ascoltare" bene l'altro: quella "Presenza" unitaria imprescindibile nell'atto terapeutico.
Ed è proprio in un libro di catene fasciali che ho letto:
"Ciò che porta alla guarigione risiede nella nostra capacità di ascoltare e di percepire, più che nell'applicazione della tecnica."
(T. Myers, Anatomy Trains)